Palazzo Gra

Corso Trieste - Roma (RM)

Luogo: Roma
Anno: 2019
Committenza: Condominio Palazzo Gra
Classi e Categorie di Lavori: E21
Team: Acaia 61 Studio Architecture - Collaboratrice Arch. Francesca Ghelli

L’edificio residenziale sito al n°42 di Corso Trieste in Roma e progettato dall’architetto Giulio Gra negli anni 1928-1930, possiede caratteristiche tipiche del periodo di costruzione ed è perfettamente inserito nel contesto. Si presenta come una palazzina signorile organizzata su 4 livelli principali più un seminterrato ed un livello superiore, originariamente di pertinenza esclusiva dell’alloggio sottostante.
Al momento dell'intervento erano evidenti fenomeni di degrado attribuibili per lo più all’esposizione agli agenti atmosferici, all’usura ed alla scarsa manutenzione.

Le alterazioni più frequentemente riscontrate sono a carico delle facciate e riguardano i depositi superficiali, la presenza di croste dovute prevalentemente allo smog ed al deposito di inquinanti, fenomeni di erosione e disgregazione dei materiali, distacchi e mancanze di materiale dovuti alla presenza di fessurazioni, umidità e scarsa manutenzione, infine una prevedibile patina biologica.

Gli interventi realizzati, effettuati puntualmente in relazione al supporto sul quale insistevano le alterazioni, e sempre preceduti da operazioni di pulitura hanno riguardato nello specifico diversi elementi.

Le superfici intonacate, dopo aver subito una adeguata pulizia meccanica, sono state trattate con il cd. "tonachino", sistema col in quale si ricrea una malta con la composizione originaria per consolidare e stuccare le parti danneggiate.

L’apparato decorativo realizzato in malta cementizia è stato sottoposto a pulitura meccanica con scope e spazzole e mediante l’uso di acqua a bassa e media pressione. L’anima metallica degli elementi decorativi, è stata trattata con appositi prodotti anticorrosivi.Gli elementi a mensola al di sotto della cornice in laterizi dell’ultimo livello, sono stati consolidati mediante l’inserimento di perni metallici.

Le superfici in bugnato di tufo presentavano alterazioni di vario genere: la parte basamentale era interessata dalla presenza di patina biologica causata dall'umidità di risalita, mentre alcuni blocchi sono stati impropriamente verniciati e alcuni vedono la presenza di graffiti di natura vandalica. I blocchi in tufo sono stati sottoposti a spazzolatura, lavaggio con acqua e pulitura chimica mediante impacchi a composizione e concentrazione variabile. Per contrastare il fenomeno della risalita delle acque si è prevista la realizzazione  di un cavedio aerato lungo il perimetro dell’edificio per favorire l’evaporazione dell’acqua contenuta nella muratura ad un livello inferiore al piano di calpestio esterno ed evitare che raggiunga il paramento esterno o le superfici intonacate.

Gli elementi in travertino come le colonne, interessate da deposito superficiale e dalla presenza di croste, sono state trattatemediante pulitura meccanica, lavaggio ed eventuali impacchi di polpa di cellulosa e carbonato d’ammonio.

La cornice marcapiano dell’ultimo livello presenta una copertura in coppi in laterizio su cui era presente materiale incoerente di varia natura e vegetazione. Lo strato di copertura è stato sottoposto a smontaggio e rimontaggio previa demolizione e rifacimento del massetto con malta macroporosa e apposizione di strato protettivo impermeabile.

La terrazza di copertura presentava problematiche di conservazione in più punti per cui si è reso necessario un intervento di rifacimento di un massetto pendenziato, con inserimento di strato impermeabile, sostituzione dei bocchettoni per lo smaltimento delle acque meteoriche e rifacimento della pavimentazione.