Domus Costantiniane

Comprensorio archeologico di Santa Croce in Gerusalemme

Luogo: Roma (RM)
Anno: 2016
Committenza: MIBACT -  Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
Superficie: 25 mq
Classi e categorie di lavori: E22

Le Domus Costantiniane sono parte di quell'area residenziale edificata a ridosso delle Mura Aureliane riservata ai dignitari della corte imperiale di Elena.
Si è operato su due di queste abitazioni, caratterizzate da pavimenti in mosaico e denominate Domus dei Ritratti e Domus della Fontana. Si tratta di una serie di ambienti riccamente decorati con mosaici, affreschi e lastre marmoree; delle due domus oltre alle sale di rappresentanza sono rimasti gli ambienti di servizio con pavimentazioni in bipedali. La presenza delle pavimentazioni musive costituisce l'aspetto caratterizzante dell'intero complesso, tra cui i due mosaici con la riproduzione di due ritratti: un busto maschile e uno femminile al centro dei pavimenti dei rispettivi ambienti.
Le vicende conservative, i cambiamenti di destinazione d'uso e il progressivo abbandono, hanno determinato un aspetto profondamente alterato dell'intero complesso architettonico che risultava privato di alcuni elementi quali porzioni di pavimentazioni, affreschi e lastre marmoree di rivestimento.
Malgrado gli sconvolgimenti avvenuti, le domus mantengono sostanzialmente l'aspetto di ricche dimore grazie alla presenza cospicua delle sale con mosaici tessellati pavimentali in situ. Questi sono stati realizzati in tecnica bicroma, con tessere lapidee quadrate del lato di cm 1-2, di calcare bianco o serpentino verde, alloggiate su un letto di calce.
Analizzando lo stato di conservazione dei singoli manufatti (pavimentazioni in bipedali, mosaici, intonaci dipinti, murature, lastre marmoree), si è potuto constatare che i danni che si sono prodotti nel corso del tempo erano di grave entità, per urgenza ed estensione, soprattutto a carico di specifici materiali quali intonaci e laterizi.
L'esposizione all'aperto ha esposto il monumento ad una serie di cambiamenti climatici dovuti al variare dei valori di umidità e temperatura; l'apporto di umidità aumentava nei manufatti a contatto con la terra per capillarità di risalita e nelle zone non protette dalla tettoia dove le piogge a vento raggiungevano le pavimentazioni delle domus.
Le pavimentazioni in bipedali risultavano essere in cattivo stato di conservazione a causa di alcuni fenomeni degradanti quali presenza di fessurazioni e frammentazioni di laterizi, distacco dal supporto, attacchi biologici e presenza di piante infestanti.
I principali degradi erano dovuti alle caratteristiche del materiale poco resistente alle sollecitazioni ambientali (variazioni di temperatura, umidità), inoltre la mancanza di un sottofondo omogeneo ha causato la disgregazione e la frammentazione  degli elementi. La presenza del terriccio ha favorito il manifestarsi di biodeteriogeni e piante infestanti, oltre a ciò i precedenti interventi di restauro risultavano ormai degradati e non sempre idonei a garantire la conservazione del monumento. 
Gli interventi principali hanno riguardato la rimozione di depositi superficiali incoerenti, il bloccaggio tessere mobili, il ristabilimento dell'adesione degli strati preparatori, la stuccatura e il  trattamento biocida, il tutto preceduto da una attenta revisione degli interventi di restauri precedenti.